Se non è zuppa, è pan bagnato: ZACMI vi aiuta sempre (e proprio a casa vostra)

Se non è zuppa, è pan bagnato: ZACMI vi aiuta sempre (e proprio a casa vostra)

Va bene, lo sappiamo che il detto “Se non è zuppa è pan bagnato” è comprensibile solo in italiano. In inglese, per esempio, si direbbe “six of one, half a dozen of the other” (ovvero “sei dell’uno, mezza dozzina dell’altro”), ma il concetto è identico: che lo guardiate da una prospettiva o dall’altra, nulla cambia: ZACMI ha strutturato un customer care che affianca il cliente in ogni momento, prima durante e dopo il processo di acquisto.

Sembra la solita frase fatta ma, in questa puntata (la n.8) dello ZACMI Worldwide Tour ci concentreremo sul Global Service e sull’importanza che questo servizio ricopre, permettendoci di dare il massimo supporto in loco ai nostri clienti.
Lo faremo, come sempre accade in questa rubrica, usando come espediente un intervento tecnico che siamo andati ad eseguire in Inghilterra, presso una grande multinazionale che produce, indovinate un po’ …zuppe! 

Adesso ogni cosa torna, vero? E allora preparatevi per un bel viaggio ricco di curiosità ed aneddoti sulla zuppa. Ma prima di tutto vogliamo farvi sapere tutto sul nostro Global Service. Buona lettura!

ZACMI Global Service: Maghi della Tecnologia, in azienda da te!


Riprendiamo volentieri lo slogan della nostra rubrica (Tech Wizards At Your Turf) per introdurre l’intervento di cui parliamo oggi. 
Questa volta ci siamo infatti diretti in Inghilterra con la nostra squadra di tecnici specializzati per effettuare una serie di messe a punto di macchinari per il riempimento e l’aggraffatura che, dopo un certo (elevatissimo) numero di ore di lavoro, avevano la necessità di un intervento che le mantenesse altamente efficienti.

Ed è qui che entra in gioco il Global Service: si tratta di un servizio che forniamo grazie alla presenza di uffici nazionali nei paesi dei nostri clienti, attraverso la mediazione di un nostro addetto che si trova, appunto, in loco.
Appoggiandoci a questo supporto possiamo offrire un aiuto in pochissimi minuti, anche attraverso telefono, video o assistenza con realtà aumentata tridimensionale interattiva. 

Nello specifico il nostro agente, ha effettuato un audit di verifica dei macchinari dell’azienda e ha permesso di ottimizzarne al massimo l’O.E.E. (efficienza complessiva della risorsa produttiva), perché ha fatto da tramite garantendo la scelta corretta della parti da sostituire e l’invio immediato delle informazioni presso la nostra casa madre, dove, in poco tempo, sono stati recuperati i ricambi ed è stata inviata la squadra che si è occupata di montare e riavviare la produzione.

Grazie a questa rete di agenti e tecnici locali fidati, la squadra ZACMI eleva all’ennesima potenza la propria ampiezza e presenza sui diversi territori nazionali, facilitando in maniera enorme il rapporto con il cliente, riducendo al minimo i tempi di intervento e assicurando al cliente stesso figure di riferimento su cui contare nel proprio paese. 
Non solo supporto nella fase pre vendita, dunque, ma anche nel post vendita, per tutto il lunghissimo periodo di vita dei macchinari ZACMI. 

Un valore aggiunto reale, concreto, tangibile che ci piace ricordare; non la solita minestra delle fumose promesse di un certo tipo di pubblicità…

Ma a proposito di minestra, qual è la differenza con la zuppa? E perché la zuppa si chiama così?

Zuppa cosa vuole dire? Da pane bagnato…


Il termine “zuppa” deriva dal gotico suppa, che significa “fetta di pane inzuppata”. Questo (ed eccoci subito alla spiegazione del titolo) illustra l’origine del modo di dire “Se non è zuppa, è pan bagnato”, che sottolinea come la zuppa e il pane bagnato siano sostanzialmente la stessa cosa.

Il termine “zuppa” è più recente rispetto a “minestra”, poiché compare per la prima volta tra il XV e il XVI secolo, mentre “minestra” è attestato già dal 1200.

La zuppa è più densa e consistente rispetto alla minestra, essendo cucinata, di fatto, con molto meno brodo. La minestra invece contiene pasta, riso o orzo oltre alle verdure, ed ha una consistenza più liquida.

Ma com’è nata la zuppa?

Nel Medioevo, i ricchi signori erano soliti mangiare carni e altri cibi attraverso l’ausilio di grosse fette di pane, utilizzate a mo di piatto, che poi venivano date in dono alla servitù. 

La servitù cucinava questi pezzi di pane – imbevuti di succhi e condimenti – insieme alle verdure in pentole piene d’acqua, dando così origine alla “suppa”. 

Stiamo dunque parlando di un piatto popolare e di origine contadina, nato dall’esigenza di sfruttare gli avanzi e altri ingredienti a disposizione, che poi ha assunto una propria autonomia sino a divenire una pietanza a sé stante, con miriadi di varianti locali (ne parleremo tra poco) e con versioni gourmet da leccarsi i baffi!

… a piatto gourmet: le vellutate


La zuppa, dunque, è un piatto povero diffusosi poi in tutto il mondo, con diversificazionii che riflettono le tradizioni culinarie, le coltivazioni locali e i gusti personali. 
Termini simili esistono in diverse lingue come “suppe” in tedesco, “sopa” in spagnolo, “soupe” in francese e “soup” in inglese.

Pur essendo un piatto popolare e tradizionale, tuttavia, la zuppa può essere trasformata in un cibo gourmet con l’aggiunta di ingredienti di alta qualità e tecniche di preparazione sofisticate. Spesso, in questo caso, viene definita vellutata.
Si pensi, per esempio, alla vellutata di zucchine, patate e porri, una ricetta vegetariana perfetta per ogni stagione, con un sapore intenso e delicato.
La zuppa di cipolle gratinata, invece, è una ricetta tradizionale della cucina francese, con un gusto intenso e delicato.
E ancora, la zuppa di legumi e cereali, una ricetta ideale per vegetariani e vegani e oggi molto in voga in moltissimi ristoranti (anche stellati).

Potremmo parlare per ore della zuppa: di cozze, di miso, di pesce, della zuppa imperiale (un primo piatto a base di semolino, uova, parmigiano grattugiato e poco burro, che viene tagliato a cubetti e cotto in forno e in brodo di carne tipico della nostra tradizione culinaria qui in Emilia-Romagna) e di moltissime altre varianti; talmente tante da perderne il conto.

In questa sede però ci piace anche andare a scavare un po’ più a fondo e, per questo, vi proponiamo un brevissimo excursus sulle zuppe più strane e particolari al mondo.

Le zuppe più strane del mondo. E quelle più diffuse in Europa


Ecco, dunque, alcune delle variazioni più curiose e interessanti delle zuppe nel mondo, divise per macro aree geografiche:

Varianti Orientali

  • Tom Yum (Thailandia) – Zuppa speziata a base di latte di cocco, pesce, tofu, verdure come cavolo bianco, germogli di fagiolo, cetriolo e lattuga.
  • Phô (Vietnam) – Zuppa a base di brodo di carne aromatizzato con erbe e spezie locali.
  • Lamak (Malesia) – Zuppa speziata di vermicelli con latte di cocco, pesce, tofu e verdure.


Varianti Latinoamericane

  • Locro de papas (Ecuador) – Zuppa tipica a base di patate cotte in brodo, con l’aggiunta di formaggio, cumino e avocado.
  • Posole (Messico) – Minestra di maiale e mais aromatizzata con cumino, origano, peperoncino e coriandolo.
  • Callalao (Isole Vergini) – Piatto tipico dei Caraibi, a base di verdure a foglia (le più diffuse sono l’amaranto, il taro, lo xanthosoma e gli spinaci d’acqua, quest’ultimo soprattutto al di fuori dei caraibi), servito spesso durante le feste popolari.


Varianti Europee

  • Cullen skink (Scozia) – Zuppa a base di pesce affumicato e patate, insaporita con rafano e noce moscata.
  • Ärtsoppa (Svezia) – Zuppa nazionale svedese a base di piselli spezzati e maiale, speziata con chiodi di garofano, senape nera e talvolta zenzero.
  • Bogrács gulyás (Ungheria) – Zuppa di gulasch cotta in un paiolo, piatto tipico dei mandriani della Puszta.

Le zuppe tradizionali più diffuse in Europa, invece, sono:

  • Borscht russo: una zuppa di barbabietole che può essere servita calda o fredda, con varianti diffuse in tutta l’Europa dell’Est.
  • Zuppa di cipolle francese: una classica zuppa francese a base di cipolle caramellate in un brodo di manzo, condito con pane tostato e formaggio Gruyère fuso.
  • Minestrone italiano: una densa zuppa a base di verdure, spesso con l’aggiunta di pasta o riso e talvolta entrambi.
  • Gazpacho spagnolo e portoghese: una zuppa fredda a base di verdure frullate, particolarmente rinfrescante durante i mesi estivi.
  • Fiskesuppe norvegese: una zuppa di pesce affumicato e patate, tipica del Nord Europa.
  • Mykyrokka finlandese: una zuppa di patate e verdure, popolare in Finlandia.
  • Bouillabaisse francese: una zuppa di pesce con almeno quattro specie di pesci scorfano, triglia, grongo e gallinella, servita con rouille, una salsa di pangrattato, olio d’oliva, zafferano e peperoncino.
  • Sopa de ajo castellana: una zuppa di prosciutto serrano, molto aglio e paprica affumicata in brodo di carne, con uova affogate


Lo so avete già l’acquolina in bocca, ma aspettate di sentire quali sono le zuppe tradizionali italiane più famose…

Italia, un paese di… zuppe


Partiamo con le zuppe di pesce

  • Brodetto di Pesce – Zuppa di pesce tipica delle Marche, con una ricetta che varia da città a città (ad esempio il Brodetto Fanese). Contiene una varietà di pesci in un brodo aromatizzato.
  • Cacciucco alla Livornese – Zuppa di pesce tipica di Livorno, a base di diversi tipi di pesce, pomodoro, aglio e peperoncino.
  • Buridda Genovese – Zuppa di pesce tipica della Liguria, con baccalà, patate, cipolle e olive.

Per quanto riguarda la carne, invece, abbiamo diverse leccornie: 

  • Minestra Maritata – Zuppa di carne tipica della Campania, con carne di maiale, verdure e erbe aromatiche.
  • Minestra d’Orzo – Zuppa di carne e orzo, diffusa in varie regioni italiane.

E infine le zuppe di verdure e legumi:

  • Crapiata Materana – Zuppa di cereali e legumi tipica di Matera, in Basilicata.
  • Licurdia Calabrese – Zuppa di cipolle rosse di Tropea, patate, caciocavallo e peperoncino, tipica della Calabria.
  • Mesciua di La Spezia – Zuppa di legumi e cereali, come ceci, fagioli e farro, tipica della Liguria.

Ce ne sarebbero ancora moltissime da citare, ma, tra tutte, spicca la famosa …zuppa inglese. Perché questo nome?

La zuppa inglese non è una zuppa. E non è inglese.


Lo sappiamo, come argomento era un po’ scontato, a questo punto, però stiamo parlando di zuppa e abbiamo inviato i nostri tecnici in Inghilterra: come potevamo esimerci da fare un accenno a questo piatto? 

Iniziamo subito con dire un paio di cose: la zuppa inglese non è una zuppa. E non è inglese. Ma questo, immaginiamo, lo saprete tutti.

Si tratta, infatti, di un dolce al cucchiaio, tipicamente italiano, originario dell’Emilia-Romagna (secondo noi, che siamo estremamente di parte!) o forse della Toscana, realizzano all’inizio dell’Ottocento. 
Il suo creatore, secondo la narrazione maggiormente in voga, sarebbe stato il cuoco romano Vincenzo Agnoletti, che si sarebbe ispirato a un dolce lombardo. 
La ricetta si sarebbe poi evoluta sotto l’influenza della pasticceria italo-francese e di antiche ricette toscane.

Insomma, si tratta di una zuppa nel senso anche di insieme eterogeneo di ingredienti, origini e contaminazioni culinarie, a quanto pare.

Una cosa però è certa: il nome “zuppa inglese” è, lo abbiamo capito, fuorviante, in quanto questo dolce di inglese non ha proprio nulla. Il suo nome deriverebbe probabilmente dall’ispirazione alla “trifle cake” inglese, ma questa ipotesi non ha evidenze a suo suffragio. Pare, inoltre, che Agnoletti lo avesse proposto ai marinai inglese che ne sarebbero stati entusiasti.

Ma quali sono gli ingredienti di questo piatto? Eccoli:

  1. Crema pasticcera (talvolta anche al cioccolato)
  2. Pan di Spagna o savoiardi imbevuti in liquori come alchermes, rosolio o rum
  3. Meringa all’italiana

È un dolce stratificato, con alternanza di crema e biscotti inzuppati.
Le varianti possono prevedere l’utilizzo di diversi liquori, creme o tipi di biscotti.

Come dicevamo, le origini della zuppa inglese sono controverse, con diverse località che ne rivendicano la paternità, come Ferrara, Firenze, la nostra bellissima Parma e Mantova.
Il dolce si è diffuso principalmente in Emilia-Romagna e Toscana, ed è divenuto uno dei dolci tipici della tradizione culinaria italiana.
La prima codifica della ricetta, per i più curiosi, si trova nell’opera di Pellegrino Artusi “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“.

Una zuppa per ogni nazione


Come abbiamo visto, da cibo povero e contadino, la zuppa è divenuta un piatto diffusissimo in tutto il mondo e in tutte le culture, con un’infinità di varianti e modificazioni che lasciano ampissimo spazio alla fantasia. 

Abbiamo volutamente cercato di mettere l’accento sulle variazioni nazionali e locali perché, come sempre, quest’espediente ci tornava utile per ribadire il focus principale di questo articolo: l’assistenza locale che il Global Service di ZACMi fornisce ai propri clienti, con uffici specializzati dislocati in diverse nazioni e uomini di fiducia in ogni angolo del globo. 

Va bene, ve lo concediamo, l’accostamento, questa volta, è un po’ forzato, ma quello che conta, in fondo, è che sia chiaro il concetto: ZACMI è sempre a 5 minuti da casa vostra, ovunque voi vi troviate!

15.07.2024